Andrea Mandolesi

Ebbrezza e confisca

Come noto, il recente pacchetto sicurezza, introdotto dal nuovo governo, ha certamente inasprito le conseguenze derivanti dalla guida sotto l’influenza dell’alcool. Non solo ha elevato le sanzioni previste per chi venga trovato alla guida dell’auto dopo un bicchiere di troppo ma ha altresì introdotto la misura della confisca obbligatoria (cfr. art. 240 comma 2 c.p., veicolo come cosa servita per commettere il reato) qualora il tasso alcolemico del fermato dovesse superare i 1,5 di g. per litro.

 

A tal proposito, è bene ricordare che il governo, a mio avviso ben ragionando, in sede di legge di conversione ha ritenuto di modificare l’evidente disuguaglianza tra chi si rifiutava di sottoporsi all’esame etilometrico, subendo solo il fermo e non la confisca del veicolo e chi, invece, sottoponendosi al test si vedeva confiscato il mezzo del commesso reato.

 

In effetti, la legge di conversione ha definitivamente eliminato la falla legislativa equiparando la condotta di coloro che si sottopongano all’esame (superando i fatidici 1.5 g/l) e di quelli che decidano di non sottoporvisi. Si è in sostanza ristabilito che, anche in quest’ultimo caso, vada disposta la confisca del veicolo, salvo che il mezzo appartenga a persona estranea alla violazione

 

Ritiene lo scrivente che l’equiparazione disposta in sede di conversione vada salutata positivamente laddove, altrimenti, si sarebbe ingiustamente incentivata la pratica del rifiuto all’alcool test per non vedersi confiscata la propria autovettura.

 

Ciò detto, però, non ci si può esimere dal sollevare qualche ragionevole dubbio sulla “giustizia” e legittimità della norma de qua. 

 

Infatti, nonstante si ritenga una violazione gravissima la condotta di chi si metta alla guida con un tasso alcolemico tre volte superiore a quello consentito, non vi è chi non veda come la confisca del mezzo assuma dei connotati in assoluto contrasto con il principio di uguaglianza costituzionalmente previsto.

A titolo esemplificativo, non può non evidenziarsi l’eccessiva differenza di conseguenze giuridiche tra la condotta di chi si trovasse alla guida di una vettura modesta (con un valore di mercato modesto) e chi, invece, venisse “pizzicato” a bordo di una macchina di lusso, con decisive differenze di conseguenze e soprattutto di prezzo.  

 

Stesso discorso dicasi per coloro che “furbescamente” si trovino a guidare una vettura intestata a terzi. Infatti, con questo semplice accorgimento non sarebbero sottoposti alla confisca.

 

Ebbene, seppur concordando con l’inasprimento delle norme azionato dal governo, per l’ennesima volta occorre considerare come l’attività di produzione legislativa sia (per non dire provocatoriamente “voglia”) facilmente attaccabile da critiche e polemiche.

 

E allora, concedetemi un piccola provocazione ………. ma se invece di girare intorno al problema non prevedessimo una pena “finalmente” uguale per tutti ed a prescindere dal tasso alcolemico riscontrato, come per esempio dieci giorni di carcere, senza sconti o permessi???

 

Troppo facile vero……

e non si dica che non ci sono le carceri …………. indulto docet!